Gli orsi del Trentino minacciati dai fucili della politica
Alla fine la proposta è stata bocciata dal Consiglio Provinciale del Trentino, ma l’idea, pazzesca e vergognosa, c’era: uccidiamo gli orsi, laddove creino fastidi. Confortato dalle incresciose dichiarazioni al quotidiano Adige di Andrea Mustoni, considerato esperto faunistico, il quale ha affermato che l’abbattimento degli esemplari problematici non dev’essere considerato un tabù, si è espresso nelle settimane scorse Alessandro Savoi, capogruppo della Lega Nord, parlando della sicurezza popolare e affermando che per la gente è ormai pericoloso recarsi a passeggio o nei boschi.
Sarebbe certo interessante sapere quante vittime umane sono cadute sotto le munizioni dei cacciatori, e quanti hanno riportato anche un solo graffio dagli orsi.
Colpevoli solo di essere stati reintrodotti nel Parco dell’Adamello Brenta fra il 1999 e il 2002 per mezzo del discutibile progetto Life Ursus, costato in termini di milioni di euro all’Unione Europea.
I 20 esemplari prelevati originariamente il Slovenia si sono poi riprodotti e non hanno fatto nulla di male, se non comportarsi da orsi.
Qualcuno, dimostrando particolare intelligenza e intraprendenza, nel tempo ha azzardato interazioni considerate troppo audaci con l’uomo, rovinando qualche arnia e predando galline o forse pecore.
Vedi il celebre e tragico caso di Jurka e i suoi figli, Jj1, Jj2 e Jj3; i secondi uccisi a fucilate una volta varcati i confini di Germania e Svizzera, poiché il progetto non prevedeva alcun accordo con i paesi vicini, la seconda catturata, sterilizzata e imprigionata per anni – solo di recente trasferita in un parco grazie all’impegno di associazioni animaliste.
Oggi, mentre i politici locali tentano di intraprendere una linea congeniale alla loro filosofia di base e alle aziende che da sempre li sostengono, ovvero imbracciare le armi, ci ritroviamo ancora una volta a ragionare sul senso di questi costosi e improbabili ripopolamenti. Concepiti, a quanto pare, per rilanciare l’immagine dei parchi, ma mai considerando il benessere e la tutela degli animali.
A monte, è indispensabile valutare con serietà e coscienza quanto l’antropizzazione dei luoghi offra agli esemplari una reale opportunità di vita e movimento. Quanto la gente sia disposta ad accoglierli e tollerarli, comprendendo che un orso non è un pupazzetto di pelouche, ma un grande predatore che, all’occorrenza, può anche mangiare una gallina, purtroppo. Fa parte della sua natura. Se questo deve suggerire di ucciderlo, è meglio non avere gli orsi.
Se in Trentino, come in altri luoghi, gli orsi si sono estinti da anni, non è un caso.
Spendere milioni di euro per ripopolarli è folle e irresponsabile, se poi questi animali devono essere odiati, perseguitati e massacrati.
Se foste orsi, allora, non preferireste essere estinti, e vivere da un’altra parte?
Silenzio totale, al solito, da parte del Ministero dell’Ambiente, del tutto disinteressato alla salvaguardia degli animali e di un importante investimento comunitario.